Tutti noi nella vita abbiamo vissuto la situazione dove qualcuno ci chiede aiuto. Può essere un amico, un familiare, un collega... e molti svolgono anche professioni di aiuto, come il medico, lo psicologo, il terapista, l'insegnante...
E tutti noi abbiamo avuto esperienza che a volte l'aiuto funziona (e la persona ci è riconoscente), altre volte invece non solo non funziona, ma la persona può anche reagirci contro.
Esistono dinamiche profonde legate all'aiuto, all'aiutare e al farsi aiutare. Non basta che la persona soffra. Quasi sempre determiniamo la necessità di aiuto in misura della sofferenza, ma questo non è il parametro giusto perchè non sempre chi soffre è disposto a cambiare.
Ippocrate afferma: "Prima di guarire qualcuno chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare".
Nelle Costellazioni Familiari facciamo un esercizio particolare: mettiamo la persona che aiuta di fronte alla persona che chiede aiuto. I due rimangono fermi e tengono la loro attenzione su ciò che percepiscono. Già a questo livello si può sentire com'è la relazione tra i due, e se l'aiuto è possibile.
Poi si inseriscono i genitori alle spalle della persona che ha bisogno di aiuto, e chi aiuta quindi vede di fronte lui e i suoi genitori. Qui la percezione cambia. Spesso infatti i genitori sentono resistenza al fatto che un estraneo si prenda cura del proprio figlio, e si oppongono. Qui la terapia, la medicina o la cura falliranno. Anche chi aiuta può sentirsi in difficoltà di fronte a quei genitori, proprio quando la sua intenzione è di sostituirsi a loro, magari con un giudizio del tipo: "io sono meglio di loro".
Infine, inseriamo anche i genitori alle spalle della persona che vuole aiutare. E qui abbiamo il salto di percezione più grande. Infatti, tutti subito si rilassano e si sorridono tra loro. Chi aiuta e chi ha bisogno entrano in un piano di relazione più profondo. Si avvicinano, si guardano profondamente negli occhi, e si abbracciano commossi e con grande intimità.
Ecco, qui l'aiuto avrà successo.
L'idea oggi comune che nell'aiuto ci sia bisogno solo di chi aiuta e di chi ha bisogno qui si arricchisce di una nuova e più grande prospettiva, dove attraverso i genitori si acquisisce un nuovo piano di relazione e di intimità, dove l'aiuto trova il suo terreno più fertile.
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Giacomo