Una donna vive ripetutamente situazioni in cui riceve continuamente rifiuti, dalle relazioni affettive al lavoro, e così via.
Dice anche di essere stata abbandonata appena nata e di essere cresciuta con genitori adottivi.
Facciamo una costellazione mettendo in scena i genitori biologici e lei appena nata. Si vede subito come questi due genitori siano impossibilitati a prendersi cura di lei. La madre guarda fisso per terra, mentre il padre si volta e guarda altrove con sguardo perso.
Faccio stendere una persona davanti alla madre. Si rannicchia ed appare chiaro che è un altro figlio perso. La madre si mette a piangere e si piega su di lui. Poi si accascia e muore anche lei. Il padre continua ad essere totalmente assente.
La bambina osserva tutto questo, completamente lasciata sola a se stessa.
Poi si gira e cerca qualcun altro. Entrano in scena i genitori adottivi. Questi la guardano con un po' di amore, ma la madre comincia a guardare per terra. Di nuovo faccio stendere una persona che rappresenta un figlio perso.
La donna che ha chiesto la costellazione dice che i suoi genitori adottivi avevano perso un figlio e subito dopo avevano adottato lei in sostituzione.
Appare dunque evidente che anche loro non possono prendersi cura di lei.
La bambina si ritira completamente in se stessa, e da lì in poi vivrà con la netta sensazione che nessuno l'ha voluta e mai la vorrà.
La costellazione si ferma qui. Non c'è nulla che possiamo fare perchè così sono andati gli eventi. A nulla serve consolare la donna, anzi, le mancheremmo di rispetto.
Occorre spostarci su un piano più ampio, un piano spirituale dove esiste una verità più vera.
Faccio entrare una donna a rappresentare la Vita.
Le faccio guardare la donna abbandonata per alcuni attimi, e poi le suggerisco questa frase: "Sono io che ti ho voluto."
La donna ha uno shock. Poi scoppia a piangere. Piange a lungo e piano piano allunga una mano verso la Vita. Le due si avvicinano, lei si alza e si abbracciano profondamente.
E' così. Ognuno di noi è stato voluto dalla Vita. I genitori sono stati il tramite, lo strumento, ma è la Vita che fa il miracolo.
Noi perdiamo di vista questa verità e ci fissiamo sui genitori, trovando spesso in loro mille difetti e mancanze, e in casi come questo, ci chiudiamo completamente e li condanniamo.
Ma la verità è che nonostante tutto, la Vita ci ha voluti e continua a volerci.
Riconoscere questo vuol dire abbandonare la vecchia identità di vittima ("Nessuno mi vuole") e darsi la possibilità di un nuovo inizio, una nuova vita non più da vittime ma da compartecipi.
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Giacomo