Costellazioni Familiari

"Ciascuno di noi fa parte di una famiglia con cui vive ed a cui è legato, che lo voglia o meno.
Spesso continuiamo a ripetere conflitti e malesseri nelle nostre esperienze, oppure portiamo sulle spalle pesi che non ci appartengono.

O anche, viviamo a nostra insaputa il tragico destino di un familiare, scomparso da tanto tempo e mai conosciuto.
Tutte queste dinamiche ci legano in modo negativo alla famiglia, impedendoci di guardare in avanti con forza gioiosa e di avere successo nella nostra vita."
(Bert Hellinger)

venerdì 24 gennaio 2020

Voglio aiutare mio fratello

Un uomo, che come professione aiuta gli altri a risolvere i loro problemi, vuole fare una costellazione perchè suo fratello è in difficoltà e lui vuole aiutarlo.

Metto un rappresentante per il fratello e uno per lui. Sin da subito il fratello sta a distanza e non vuole che lui si avvicini. Ha un viso triste e guarda spesso per terra. Continua a mantenere una certa distanza.
Intuisco che tra loro, per terra, c'è un morto. Lo faccio stendere. Il fratello si china su di lui ed è toccato emotivamente.
L'uomo invece non comprende e continua a cercare di avvicinarsi a lui per aiutarlo.
Il fratello alza il viso e gli indica il morto. Lo invita a chinarsi ma lui ancora non comprende.

Faccio entrare la persona per cui è la costellazione che fino a quel punto era rimasta seduta al mio fianco senza comprendere cosa stesse succedendo.
La invito ad avvicinarsi al morto e a stare lì.
Lui lo fa con qualche titubanza. Rimane freddo e distaccato.
Poi, all'improvviso, qualcosa dentro di lui si rompe. Emerge un pianto che diventa sempre più forte. Lui si piega sul petto del morto e rimane raccolto nella sofferenza di questa perdita.

Qui avviene qualcosa di straordinario. Per tutta la costellazione l'uomo aveva mantenuto la sua identità di 'colui che aiuta'. Come spesso dice Bert Hellinger: "chi vuole aiutare è arrogante" e infatti quell'uomo era pieno di sé, di una (falsa) sicurezza con cui aiutava le persone, e con l'arroganza di voler aiutare suo fratello il quale per tutta la costellazione non ha mai chiesto aiuto.
E così, grazie a quel pianto, l'uomo si spezza dentro. Improvvisamente il suo viso di rilassa, i suoi occhi diventano dolci, e lui davvero diventa 'umano'. Perde quella rigidità che aveva, quell'essere dentro la propria corazza protettiva dove lui aiuta gli altri per non guardare il proprio bisogno di aiuto. Tutto questo si rompe e lui diventa un essere umano nella sua completa fragilità e vulnerabilità. Cade tutto il suo voler aiutare gli altri e finalmente aiuta se stesso.

La costellazione finisce così. L'uomo torna al suo posto, ancora visibilmente toccato.

E qui accade il secondo miracolo: la sera andando a casa riceve un messaggio da suo fratello che disdice un corso di crescita personale che avrebbe dovuto fare il giorno dopo proprio accompagnato da lui. 
Senza più la sua pressione a volerlo aiutare, il fratello sceglie finalmente il proprio destino.

Sì, perchè è proprio questo il punto: chi vuole aiutare spesso non accetta il destino che l'altro ha scelto per sé. Si sovrappone, pensando che quel destino sia sbagliato. Come ancora dice Hellinger: "si sostituisce a Dio" e questo è davvero molto pericoloso, più per lui che per la persona che vuole aiutare.

Per aiutare veramente serve tantissima umiltà. Occorre sapersi inginocchiare di fronte al destino dell'altro, e solo così è possibile accompagnarlo per la sua strada.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento.
Ti risponderò appena possibile.
Giacomo