Una donna vuole comprendere le ragioni della sua dipendenza affettiva.
Le spiego che il problema della dipendenza/indipendenza nasce con i propri genitori, per cui scelgo di rappresentare la sua famiglia di origine.
Sin da subito, la sua rappresentante si chiude in se stessa, terrorizzata da qualcosa. La madre cerca di aiutarla, mentre il padre è assente e si allontana, andandosi a nascondere dietro ad una colonna.
E' chiaro che qui è successo qualcosa di molto grave.
La bambina inizia a battere le mani per terra. Stendo un morto, lei lo guarda ma poi riprende a battere da un'altra parte. Stendo un altro morto, e continuiamo così finchè ci sono una decina di morti. A quel punto lei alza lo sguardo e guarda in lontananza, come se stesse vedendo una grande distesa, coperta di morti.
Chiedo alla donna per la quale stiamo facendo la costellazione cosa questa scena le richiama dentro. Mi dice di essere polacca e che i suoi genitori hanno vissuto sulla propria pelle la guerra. Abitavano a 20 km dal campo di concentramento di Auschwitz. Lo zio che viveva con loro fu caricato sul primo camion e non tornò mai più. Molti anni più tardi suo fratello si era suicidato.
E' chiaro cosa stiamo vedendo.
Faccio entrare la donna e le chiedo di osservare tutti questi morti.
Le chiedo di non dare giudizi, di non avere aspettative o desideri, di non prendere le parti di nessuno. Solo osservare, come quando si guardano le nuvole in cielo o l'acqua di un fiume che scorre.
Lei è profondamente toccata e sta piangendo, ma riesce in questa osservazione nuda e priva di ogni contenuto proprio.
Si calma e si rasserena.
E' pronta per il passo successivo.
Le chiedo di guardare ai margini di questa distesa. In piedi ci sono i soldati tedeschi che hanno ucciso tutta quella gente. Là sui confini ci sono gli assassini, i carnefici.
Lei inorridisce, ma è una donna forte e rimane ferma ad osservare.
Viene presa da un'ondata di rabbia furiosa. Le dico di respirarla senza agirla. E' fondamentale che lei stia ferma e osservi anche questa rabbia omicida.
Lo fa e di nuovo si calma.
E' pronta per il passo successivo.
Le chiedo di guardare tutti con grande compassione. Un amore che abbraccia e avvolge tutti, vittime e carnefici. Un amore che non giudica, non prende posizione, non salva o accusa nessuno. Guarda tutti allo stesso modo.
Lei lo fa. La lascio con se stessa per un lunghissimo momento. Lei osserva tutto e respira. E' un momento magico, dove si percepisce che stiamo toccando qualcosa di veramente grande.
Stiamo tutti in silenzio. Lei, i rappresentanti, e tutti i partecipanti che seduti sulle sedie osservano la scena.
Passa davvero tanto tempo. Lei immobile e tutti noi altrettanto.
Poi, ad un certo punto, lei si volta verso di me. Ha uno sguardo bellissimo. E' piena di Amore ed è bellissima, sembra un angelo.
Sento che tutto si è compiuto e concludo qui la costellazione.
Abbiamo toccato davvero qualcosa di grande. La costellazione ci ha condotti indietro nella Storia per vivere un profondo processo di riconciliazione che vittime e carnefici chiedevano da tempo, e che grazie a questa discendente è stato possibile.